Da “Vermiglia Goccia” – di Maddalena Pezzotti (Manni Ed. 2023)

Da “Vermiglia Goccia” – di Maddalena Pezzotti (Manni Ed. 2023)

30 Luglio 2023 Off di admin

Epitaffio

 

Ho mendicato

per questa terra

acqua e sale,

saccheggiato

le vie del cuore,

ceduto al sonno

fra braccia sconosciute.

Ho vissuto come un cacciatore,

delle ere ho conosciuto

solo il ferro.

 

***

 

Scorro fra nomi

a cui appartengo,

a frammenti ricordo,

le parole,

le storie ritrovando

a metà strada.

 

***

 

La madre

 

Le volevo accarezzare

le tue vene di vetro

e i tuoi piedi duri

di scarpe consumate.

Volevo, volevo affondare

nel tuo seno gonfio

nel tuo ventre immenso.

 

Per il mio senso

nella tua vita immaginata,

quale alfabeto?

Per il taglio vermiglio

fra il mio e il tuo ventre,

quale ferro,

quale sutura?

 

***

 

Ancora un epitaffio

 

Dell’alba la terra rorida

della pioggia il fango

i miei piedi hanno calpestato

l’erba docile e fresca

radici sotterranee e incorruttibili.

 

Sono andata, sono venuta,

sono tornata, mi sono perduta.

Assassina, meretrice,

ho rubato, cospirato

e tradito.

 

Ho mangiato frutti sconosciuti

mi sono svegliata in luoghi senza nome

ho intrecciato i capelli con spine

e foglie.

 

Dai miei piedi cresce una fronda

occulta anima selenica

verde primitivo e potente

sposa ctonia e madre notturna.

 

Dai miei piedi una fronda

richiama al ventre umido

immobile cosmico amplesso

tutto racchiuso, nulla manifesto.

 

***

 

Come un naufrago

su questo lido

conosciuto, sconosciuta

io, fra orizzonte

e orizzonte.

 

***

 

Mille anni e un giorno

tanto tempo è passato

la testa da un lato reclina.

 

La terra percorsa

da eserciti al galoppo,

il sangue disperso,

civiltà cadute, in rovina.

 

Stanco il cuore

che ha visto foreste

appassire e asciugarsi

antichi fiumi,

vegliato bozzoli e gusci

mai dischiusi nelle ore

immobili delle ere.

 

Solo riaccomodo la testa,

e ancora c’è un giorno

che deve finire.

 

***

 

Si inseguono le ore

in questa notte di veglia,

si muovono fredde, imperturbabili,

sopra le acque e la crosta

dei continenti

assecondando il moto perpetuo

degli spazi siderali

e senza scosse, né stupore,

si sovrappongono, e il tempo

ricongiungono, come una ferita

sanata.

 

***

 

Leggendo Euripide

 

Piangi, tu, piangi,

sacro il canto del monte

tu piangi i mali, tuoi,

furenti.

 

Dattorno il silenzio

dell’acqua e degli uccelli,

non v’è riposo alle fonti,

né incanto nel sonno.

 

Ora che nel bosco è

solitudine, parla

a me che sono tua:

Cosa vuoi dire?

 

***

 

Sarò donna che prende

un treno, scende le scale

assente, aspetta a un semaforo,

riflette su un biglietto, fruga

fra la moneta e paga

un’altra corsa, non riconosce

la stazione, solleva un peso

sopra la testa, non può perdere

la coincidenza, torna sui passi e

sui luoghi, compare da dietro una tenda,

tiene stretto in mano un dolore.

 

***

 

Officina 4

 

I.

Di nuovo poliformi le strisce

e i coriandoli,

sparsi tarocchi, scruto per ore.

 

II.

Lo sguardo vaga in pochi centimetri

ossessivi di legno, sofà, trapunta fiorita.

 

III.

Qualcosa che cerco, che non ricordo

non conosco, non trovo.

 

IV.

Di repente vedo io e paziente raccolgo

e ancora interrogo e attendo,

e lascio che legga la voce quante

le volte necessarie.

 

V.

Riconosco a strappi, nella distanza

il presente

nel verso passato del futuro postulando.

 

VI.

E resto qui dove non c’è rumore,

il vento tace, la luna compie il suo ciclo.

 

***

Maddalena Pezzotti è nata a Gazzaniga, Bergamo. Esperta internazionale delle Nazioni Unite in inclusione sociale, diversità culturale, equità e sviluppo, negli ultimi vent’anni ha vissuto in quattro continenti. È senior fellow in Teoria e politica della conoscenza presso l’Università nazionale interculturale dell’Amazzonia in Perù e membro del comitato scientifico della Fondazione Einaudi. Collabora con testate giornalistiche su affari esteri. Vermiglia Goccia è il suo primo libro di poesia.

 

(IN COPERTINA: H. Matisse, Atelier en rouge, 1911)